Brani ispiranti
tratti dai libri: Awaken Children vol. 1,2,3
di Mata Amritananda Devi
L’EVOLUZIONE DEL SE’ INDIVIDUALE
Il devoto: Dove ci porta l’evoluzione del jiva?
Madre: La meta di questo viaggio è accedere a qualcosa di grande. A forza di cercare e di vagare nel mondo intero, l’uomo raccoglie solo delusione. Egli cerca allora un altro cammino che lo soddisfi. Nella mente si originano ogni sorta di pensieri e di dubbi. Allora si chiede se può trovare la pace cercandola nella mente. Comincia quindi a ricondurre la sua mente verso l’interno. L’investigazione continua. Poi, un ostacolo si erge sul cammino. A quel punto avviciniamo un Sadguru. Andiamo ancora più lontano. E infine accediamo alla meta. Tali esseri torneranno più tardi per il bene del mondo.
Il devoto: Madre, la coscienza del corpo persisterà quando avremo ottenuto la Conoscenza?
Madre: Negli gnani (esseri realizzati) la presenza del SÈ è immutabile. Uno gnani sa che il corpo è irreale. Scendendo un po’ dal piano del Reale, lo gnani agisce per il bene del mondo. Non appena è necessario essi possono abbandonare il loro corpo. Quando tornate nel vostro villaggio, voi parlate dell’Ashram a numerose persone, ma potete tornarvi in qualunque momento. Allo stesso modo, uno gnani potrà avere molteplici attività nel mondo, pur restando sempre immerso nella presenza della Verità. Uno gnani non ha coscienza del corpo. Egli è solamente presente nel SÈ. Ma gli altri avranno l’impressione che abbia un corpo. [..........]
LA PRIMA COSA RICHIESTA
Domanda: Qual è la prima cosa richiesta per una persona interessata alla vita spirituale?
Madre (sorridendo): Avvicinare un vero Maestro. La sadhana deve essere praticata secondo le istruzioni del Maestro. Bisogna provare fede e devozione verso il Guru. Soltanto un Sadguru è il rifugio.
Domanda: Come cercare e trovare un tale essere?
Madre: Per colui che ha un intenso desiderio di conoscere, il Guru verrà da lui. Questo Guru onnisciente guiderà poco a poco il discepolo fino alla meta. Il Sadguru è colui che è capace di portare il discepolo alla meta. [..........]
Brahmachari: Madre, come ottenere la beatitudine?
Madre: Figlio Mio, tutto dipende dalla mente. Tutto va bene quando la mente si perfeziona. I canti, il japa, la meditazione ecc... servono a purificare la mente e concentrarla su di un solo punto.
IL SADGURU - (IL MAESTRO CHE HA REALIZZATO IL SE’)
Domanda: Come sapere se le nostre esperienze spirituali sono valide o no, o se sono il frutto
dell’immaginazione?
Madre: Figlio Mio, è per questo che è necessario un Sadguru. Un Sadguru è colui che ha
realizzato Dio. Egli indirizzerà il discepolo sulla giusta via e lo guiderà fino alla meta. Basta
essere sinceri per trovare un Guru. Non serve a niente vagare qua e là. [..........]
Domanda: Madre, come sono i discepoli che agiscono per il bene dell’umanità?
Madre: Sono sempre perfetti (mitya siddhas). Fin dalla loro nascita, essi sono distaccati.
IL VERO GURU E IL DISCEPOLO
Un altro devoto: Madre, qual è la natura della relazione Maestro-discepolo (Guru-sishya)?
Madre: Nella vera relazione Guru-discepolo, è difficile sapere chi è il Guru e chi è il
discepolo. Il Guru ha, più che il discepolo, l’attitudine di un servitore. Il solo scopo del Guru è
di risvegliare il discepolo. La sua sola intenzione è di farlo progredire. Il Guru osserverà tutte
le azioni del discepolo, senza che quest’ultimo neanche lo sappia. Sai come deve
comportarsi un vero discepolo? Fa’ in modo di servire il Guru senza che quest’ultimo
neanche possa rendersene conto. Il servizio (seva) significa l’obbedienza. Spontaneamente,
il Guru farà beneficiare della sua Grazia il discepolo del quale ha potuto apprezzare la fede
(shraddha). Quando Un campo è in basso, l’acqua vi scorre naturalmente. Essa non può
restare in cima alla montagna, per quanto alta essa sia. Essa discenderà il pendio e
raggiungerà il torrente. Figlio Mio, le caratteristiche di una grande anima sono la semplicità
e l’umiltà.
Giovedì 7 ottobre 1982
[..........]
Il brahmachari: Che male c’è a mostrare le siddhi (poteri) ?
Madre: È pericoloso trasgredire le leggi della Natura. Un tale sfoggio rischia di affascinare di
più gli altri. Per quanto possibile, un Essere Perfetto evita di mostrare le proprie siddhi. Ma,
poich’ lui è pienezza, non ha niente da perdere mostrando simili poteri psichici. Invece di
utilizzare dell’energia nel fare sfoggio di siddhi, sarebbe meglio servirsene per infondere la
rinuncia negli altri. Il mondo ne ricaverebbe un ben più grande beneficio. Chi si lascia
ingannare dalle siddhi non farà che allontanarsi dalla meta. [..........]
GURU
Il giovane: Madre, è necessario un Guru?
Madre: Figlio Mio, la presenza di un Guru è qualcosa di unico. Anche se la brezza soffia
dappertutto, è sotto un albero che saremo al fresco. La brezza che filtra attraverso le foglie
di un albero non diffonde una dolce freschezza che distende coloro che vivono nei paesi
caldi? Allo stesso modo, per noi che viviamo gettati nel fuoco ardente del mondo, un Guru è
necessario. La presenza di un Guru ci porterà calma e pace. Colui che ha per fine di
realizzare il SÉ deve avere un Guru. Senza un Sadguru, è difficile raggiungere la
Realizzazione. Solo un Maestro Perfetto può far sparire le vasana sottili che sonnecchiano in
noi. Anche per acquisire il sapere ordinario, abbiamo bisogno di un maestro. Che dire allora
della scienza spirituale, la più sottile di tutti i rami della conoscenza?
Il devoto: Si dice che il satsang sia favorevole all’elevazione spirituale. Che ne pensi, Madre?
Madre: Si, è vero. Colui che pratica il satsang non ha bisogno all’inizio di nessuna sadhana. A
condizione certo che vi sia realmente satsang. Il vero satsang è l’unione del jivatman e del
Paramatman. Dio o il Guru rappresentano il Paramatman, il discepolo o il devoto il jivatman.
Quando il discepolo o il devoto mette in pratica gli insegnamenti del Guru, allora realizza
l’Unione. La discussione sulle scritture è pure lei una forma di satsang poich’ ci ricorda la
Verità alla quale tentiamo di associarci.
GURU BHAKTI
Una persona che conduceva vita familiare: Madre, alcuni dicono che non è necessario un
Guru. È esatto?
Madre: La consacrazione non è necessaria per un Lingam (simbolo di Shiva) automanifestato
(svayambhu linga). Coloro che sono perfetti fin dalla nascita non hanno bisogno di essere
educati da un Guru. Capita tuttavia che essi accettino un Guru per dare l’esempio. Krishna
stesso non ha studiato alla residenza di un Guru (gurukula)? Coloro che non hanno raggiunto
la Perfezione hanno bisogno di un Guru. Come si può affermare che un Guru non è
necessario per conoscere il SÉ (Atma Vidya) mentre occorre per tutte le altre arti? Colui che
parla così è un egoista e non è pronto ad inchinarsi davanti agli altri. Finch’ non avrà servito
un Sadguru, il solo capace di distruggere il suo ego, egli non potrà fare nessun progresso.
Supponiamo che qualcuno voglia imparare a fare il falegname. Gli serve dapprima trovare
un maestro carpentiere. Deve ascoltare attentamente tutto ciò che questi gli dice. Poi
rifletterci e tentare di assimilare tutto. In seguito viene la messa in pratica: egli fabbrica una
porta, un tavolo o una finestra. Succede esattamente la stessa cosa nel campo spirituale.
Bisogna ascoltare tutto quello che dice il Guru con la massima attenzione e devozione. Poi
discriminare con la riflessione prima di mettere in pratica tutto ciò nella vita. È
estremamente difficile accedere alla Realizzazione senza un Maestro Perfetto e senza la
Grazia.
Il Guru metterà alla prova il discepolo in diversi modi. Soltanto colui che è saldamente
determinato è capace di superare queste prove e di progredire sul cammino spirituale. Ma
alla fine delle prove, il discepolo vede scorrere liberamente verso di lui la grazia infinita del
Guru.
C’era una volta un Guru che aveva realizzato il SÉ. Aveva solo un discepolo. Un giorno, lo
fece venire e gli chiese di scolpire un idolo della sua Divinità prediletta, Sri Krishna. Per
soddisfare il desiderio del suo Guru, fece la statua mettendoci tutta la sua abilità e il suotalento. Ma il Guru la ridusse in pezzi dicendo: “ CoSéè quest’orrore? Fanne un’altra!” Senza
dire una parola, il discepolo obbedì al suo Guru e pazientemente ricominciò il lavoro con la
più grande cura.
Il Guru sgridò severamente il discepolo: “È così che mi obbedisci? Questo idolo è ancora
peggio del primo! Fanne un altro!” Con queste parole, distrusse il magnifico idolo che il
discepolo aveva appena terminato.
Il discepolo ricominciò nove volte e ogni volta la statua subiva la stessa sorte. Tuttavia
accettò tutto quello che il Guru faceva, senza mostrare la minima traccia d’impazienza, n’ di
collera. Quando infine gli presentò la decima statua, il Guru lo strinse tra le braccia con tutto
il suo amore. “Ora sei pronto” gli disse toccandogli la fronte. Il discepolo entrò
immediatamente in samadhi. Con la Grazia del Guru fu capace di sopportare una simile
esperienza.
Figli Miei, non c’è niente che il Guru non possa dare. Il Guru è la Suprema Coscienza stessa. Il
servizio disinteressato e la totale devozione, ecco ciò che rende idoneo a ricevere la Grazia
del Guru. [..........]
Il giovane: Madre non ha mai consigliato il pranayama?
Madre: Ai nostri giorni è molto difficile praticare il pranayama. L’amore esclusivo per Dio
permette di controllare la respirazione (Kumbhakam). A cosa serve allora il pranayamna? In
assenza di un maestro perfetto, su colui che si azzarda a praticare da solo il pranayama e
l’Hata yoga incombe la follia.
Martedì, 1 novembre 1983
[..........]
Domanda: “Madre, è necessario avere un Guru per seguire il cammino del Karma Yoga?”
Amma: “Certamente, un Guru è necessario. Il vento soffia dappertutto, tuttavia quando
siamo sotto un albero, la brezza che lasciano filtrare le foglie ci procura una frescura
speciale. Anche se Dio è dappertutto, vivere in presenza di un Guru rappresenta qualcosa di
molto particolare. Bench’ dovunque ci sia dell’aria, si prova una sensazione precisa stando
vicino ad un ventilatore. Quando fa caldo, un ventilatore è apprezzabile. Allo stesso modo
quando viviamo in mezzo ai piaceri del mondo, è necessario avere un Guru per controllare la
mente. Arrivato ad un certo livello, questi problemi cesseranno di esistere.
Non c’è forse una grande differenza tra lo studiare a scuola o studiare a casa? A casa nostra,
siamo in preda a dei desideri, come quello di essere vicino a nostra madre. Se arrivano degli
invitati, la nostra mente verrà distratta dalla loro presenza. Il bambino non potrà
concentrarsi sui suoi studi. È per questo che bisogna istruire i ragazzi a scuola. Una volta che
il ragazzo ha compreso che non può tornare a casa sua prima del pomeriggio, rimane seduto
e attento alle lezioni. Allo stesso modo, è difficile all’inizio praticare una sadhana restando a
casa propria. Ogni sorta di pensieri del mondo esteriore verrà ad assalire la mente. Sarebbe
meglio dunque praticare la propria sadhana in un ambiente puro. Un Sadguru è necessario
per darci delle istruzioni specifiche e i consigli di cui abbiamo bisogno. Dio e il Guru sono
uno, ma noi non siamo ancora abbastanza maturi per realizzarlo.Alcuni dicono che il Guru esteriore non è necessario e che è il Guru interiore che ci guiderà.
Altri diranno che loro stessi sono il Guru. Non si può pretendere che un bambino che impara
all’asilo e uno studente che prepara la sua laurea siano allo stesso livello. Noi abbiamo
bisogno di imparare per raggiungere un livello superiore. Se pensiamo che questi due
studenti sono uguali, è solo per pura ignoranza. Ciò equivale a dire che un albero di mele
coperto di frutti maturi e un seme sono identici. Se il primo può dare dell’ombra e delle
mele che placano la fame, non è lo stesso per il seme. Questo può diventare un albero e
dare dei frutti, ma a condizione di superare prima diverse tappe. Se non ci si prende cura di
lui durante la crescita, rischia di perire. Deve affrontare e superare condizioni climatiche
ostili, essere protetto dagli animali randagi. Allo stesso modo, nella vita di un sadhak, molti
ostacoli sorgeranno tanto all’interno quanto all’esterno. Per questo è necessaria la presenza
di un Sadguru vivente. Il Sadguru aiuta anche a dissipare l’ignoranza.” [..........]
Domanda: “Madre, cosa fare se non si può avvicinare un Maestro?”
Amma: “Figlio Mio, non dedicarti mai da solo ad una pratica spirituale. È un campo molto
serio. Praticare senza avere studiato e praticare dopo aver studiato, non è la stessa cosa. Per
praticare, bisogna avere un professore. La pratica non consiste nel leggere dei libri; deve
essere supervisionata. Per acquisire il sapere delle cose del mondo, occorre un professore.
Se le cose stanno così, non è ancora più imperativo seguire l’insegnamento di un Maestro
per praticare la scienza spirituale, regina di tutte le conoscenze?”
[..........]
Domanda: “Madre, hai appena detto che un mantra ricevuto da un Sadguru possiede un
potere speciale, in che modo?”
Amma: “Un Maestro Perfetto può trasmettere ad un discepolo una parte del suo potere
spirituale. È quello che fa quando inizia un discepolo.
Esiste un modo naturale per fare dello yogurt. Mescola la coltura al latte e lascialo riposare
una giornata. Nell’arco di un giorno, il latte diventerà puro yogurt. Allo stesso modo, nel
momento dell’iniziazione, un vero Maestro trasferisce una parte del suo potere spirituale
nel discepolo, grazie alla sua forza vitale purificata. Iniziando il discepolo, in realtà il Maestro
risveglia l’energia spirituale latente di questi. Se si aggiunge un po’ di latte cagliato nel latte,
questo può coagulare e trasformarsi in yogurt. Allo stesso modo, il discepolo può, grazie ad
una costante pratica spirituale, sviluppare pienamente in Pura Essenza questa energia vitale
pura o potere spirituale trasmesso dal Guru. Ma affinch’ questo avvenga, deve mantenere la
mente immobile praticando una sadhana. Il Guru procede a questa trasmissione di potere
solo dopo aver misurato l’attitudine del discepolo. Le tendenze spirituali ereditate dalla vita
precedente sono un altro criterio.
Quando il Guru inizia il discepolo, pianta dentro di lui il seme della spiritualità. Per aiutare la
germinazione e la crescita di un seme, creiamo un ambiente favorevole. Dobbiamo, allo
stesso modo, seguire le tappe necessarie al buon sviluppo del seme spirituale seminato in
noi dal Guru. [..........]
Un brahmachari: “Madre, l’hata yoga è una buona cosa?”
Amma: “All’inizio i brahmachari non devono imparare l’hata yoga. È come insegnare loro a
mentire. Per gli altri invece l’hata yoga è benefico Perchè permette loro di aumentare ilpotere mentale e di mantenere il corpo in buona salute. Il sadhak giunge alla realizzazione
del SÉ coltivando l’attitudine: “Io sono il SÉ, non il corpo.” Se pratica l’hata yoga affinch’ il
corpo duri più a lungo, questo l’aiuterà soltanto a diventare sempre più cosciente del suo
corpo, e lo farà deviare dal cammino della Realizzazione del SÉ. Possiamo praticare l’hata
yoga dopo aver raggiunto lo stato di fusione con la Realtà. Dopodich’, mantenere il corpo in
buona salute è benefico per il mondo. L’hata yoga sarà utile in quel momento. All’inizio,
sono necessari solo l’amore puro e la devozione.
Si ottiene la beatitudine quando gli organi dei sensi si fondono nella mente grazie alla
concentrazione. Essa non ci viene dagli oggetti esteriori. Quindi, se desideri la beatitudine,
cerca di arrivare alla concentrazione. Non serve a niente rincorrere l’hata yoga.”
FEDE E SADHANA
Domanda: La kundalini si sveglia con la pratica dell’Hata Yoga, non è vero?
Amma: Perchè pensare a tutti questi metodi complicati quando ce ne sono di più semplici?
L’Hata Yoga deve essere praticato sotto diretto insegnamento di un Maestro Realizzato. Non
potete usare semplicemente un metodo qualsiasi che vi piace. Ognuno seguirà il cammino
già adottato nella vita precedente. E’ soltanto continuando su questo cammino che
progredirà nella sua pratica.
Se studiamo l’Hata Yoga da soli, corriamo il rischio di diventare ancor più coscienti del corpo
e quindi di gonfiare l’ego; mentre il solo scopo della pratica spirituale è di sbarazzarsi di
questa coscienza del corpo. Qualunque sia la via, è sufficiente ottenere la concentrazione. Il
concetto della kundalini che si sveglia è una bhavana (immaginazione creativa). Possiamo
altrettanto bene avere questo concetto riguardo Dio. E’ la stessa idea. Che seguiate la via
della bhakti (la devozione), del karma (le opere), o di jnana (la conoscenza), kundalini si
risveglierà . La differenza è che un devoto chiama questa stessa kundalini shakti Krishna,
Rama, Devi, Gesù o Budda. Figli Miei, fate la vostra sadhana correttamente e sinceramente.
Non perdete la vostra energia e il vostro tempo a pensare: “Quando si sveglierà la
kundalini? Si sveglierà se faccio questa strada, o questo cammino è migliore?”
IL GURU [..........]
Amma: Un vero Guru è colui nel quale sono riunite tutte le qualità divine, quali la visione
equanime, l’amore universale, la rinuncia, la compassione, la pazienza, la tolleranza, la
resistenza. Egli ha un controllo totale sulla sua mente. E’ come un’enorme nave che può
trasportare migliaia di passeggeri. La sua sola presenza procura un sentimento di protezione
e di sicurezza, e la certezza che il discepolo raggiungerà la meta. Come la luna, la sua
presenza è rinfrescante, calmante e cattura i cuori, ma allo stesso tempo, è anche
splendente, raggiante e brillante come il sole. Un Guru è dolce come un fiore e duro come
un diamante nel suo atteggiamento verso il discepolo. Egli è più semplice del più semplice e
più umile del più umile. Anche il suo silenzio è un insegnamento. Un vero discepolo è quello
che può impregnarsi della vita e degli insegnamenti di un tale Guru e camminare fedelmente
sulle sue tracce. Conoscendo e comprendendo la reale natura di un tale Grande Maestro, il
cuore di un vero discepolo si sottometterà spontaneamente e si lascerà spontaneamente
disciplinare da lui.Non è possibile andare molto lontano nella vita spirituale senza un Guru. Occorre una guida
per viaggiare in una terra vergine. Con le sue austerità, un sadhak può arrivare a sbarazzarsi
delle sue vasana più evidenti senza l’aiuto di un Maestro Perfetto, ma l’aiuto e la grazia di un
Sadguru sono indispensabili per eliminare le vasana sottili e per abbandonare la sua
individualità. Un figlio che venne qui, un giorno disse apertamente ad uno dei brahmachari
che aveva seguito una pratica spirituale durante gli ultimi trentacinque anni, ma non aveva
mai avuto esperienze profonde. Dichiarò anche di conoscere il suo problema, cioè che
secondo lui non era altro che la sua esitazione a mettersi sotto la disciplina di un Sadguru. Le
sue vasana sottili persistevano ancora dopo trentacinque anni di severe austerità. Tuttavia
questo figlio molto sincero non ha avuto nessuna reale esperienza. Questo è ciò che capita
alle persone che non possono sottomettersi. Una volta che vi ponete sotto la direzione di un
Maestro Perfetto, allora non avete che da obbedire alle sue parole e compiere la vostra
sadhana senza sbagliare. Se la vostra sottomissione è totale e se siete determinati a
raggiungere la meta; Egli lavorerà sul vostro ego, sia in superficie che in profondità e vi farà
attraversare l’oceano della trasmigrazione. E’ molto difficile disfarsi dell’ego sottile con i
vostri soli sforzi personali. La direzione del Sadguru poco a poco lo farà emergere e ne verrà
a capo. Un Maestro Perfetto lavora costantemente sull’ego del discepolo. Ma non
incomincerà mai prima che il discepolo sia pronto.
Amma non insiste Perchè tutti facciano ciò. Se la volontà del Signore è che qualcuno sia qui,
così sia. La sadhana diventerà più regolare e più facile in presenza di un Sadguru.
Un brahmachari: Amma, io ho sempre paura della sconfitta.
Amma: Figlio Mio, la fiducia in Sé è una qualità importante, che un sadhak dovrebbe
possedere. Per fiducia in Sé, intendiamo la fiducia nel SÉ, la fede nel SÉ; nel fatto che io sono
il SÉ, che tutto è il SÉ. In sostanza, aver fede nel SÉ è aver fede in Dio o nel Guru, Perchè il
Guru è l’Atman, il SÉ. Con la fiducia e la convinzione profonda che il Guru vi guiderà sul
cammino che meglio si addice alla vostra innata natura, il Guru vi porterà verso la meta più
elevata, e con la Sua Grazia, ne uscirete vittoriosi. Così la vittoria sarà quella del SÉ.
La fede e l’obbedienza al Sadguru ci daranno la fiducia nel SÉ. L’obbedienza al Guru è
capitale. Il Guru è il Parabrahman Onnipervadente in una forma umana, quindi è
immanente. Lui è il SÉ, il vostro e quello di tutta la creazione. Aver fede in Lui equivale ad
aver fede in voi stessi. La fede è l’obbedienza assoluta al Guru. Se hai questo, figlio Mio,
allora non hai più niente da temere. Al contrario, la disobbedienza al Guru sarà la causa del
peggio.
C’era una volta un maestro spirituale che sapeva come trasformare certe foglie in oro puro.
Il suo discepolo desiderava imparare quest’arte, così espresse il desiderio al suo maestro. Il
maestro disse: “No, non voglio insegnartelo. Lo scopo di un vero ricercatore è quello di
abbandonare tutti i desideri.” La mente del discepolo diventò molto agitata. A causa del suo
intenso desiderio di imparare questa tecnica, non poteva più compiere correttamente
neppure la sua sadhana. A più riprese avvicinò il maestro e gli chiese di insegnargli l’arte di
fare l’oro. Infine, a causa della sua insistenza, il Guru gliela insegnò, dopo avergli fatto
promettere di non insegnarla mai a nessuno o di servirsene lui stesso. Qualche anno più
tardi, il Guru abbandonò il corpo. Il discepolo rimase fedele alla sua promessa per un certo
tempo e non praticò l’arte di fare dell’oro; ma non pot’ attenervisi molto a lungo. Infine si
decise a fabbricare dell’oro. Il discepolo si mise a collezionare gli ingredienti necessari e pot’
riunire tutto eccetto una certa foglia. La cercò ovunque ma non arrivò a trovareesattamente la stessa. I giorni e i mesi passarono; non ne aveva ancora potuto trovare il più
piccolo esemplare. La sua mente era ossessionata dal desiderio di mettere la mano su
questa foglia. Infine quest’ossessione lo rese pazzo. A partire da quel giorno e fino alla sua
morte, il pover’uomo passò il suo tempo ad annusare tutte le foglie che vedeva, ovunque si
trovasse. Continuava a cercare le foglie. Tale fu il risultato della disobbedienza di cui fece
prova verso il suo Guru.
Domanda: La disciplina impartita da un Sadguru è molto dura, non è vero, Amma?
Amma: Oh suvvia, figli Miei! Amma ve lo dirà. Un vero Guru metterà alla prova il discepolo
in vari modi. Dopo essere rimasto qualche anno con il Guru, il discepolo avrà forse
l’impressione di essere perfetto e di avere un controllo totale sulla sua mente. Penserà che
niente di nefasto potrà capitargli, in nessuna circostanza. Affinch’ riconosca il suo errore e
prenda coscienza della sua ignoranza, per aiutarlo a superare questo ostacolo, il Guru lo
metterà di nuovo alla prova.
Un giorno, un Guru disse al suo discepolo: “Ascolta, figlio mio, vai nel tal posto. Là vive una
donna, dovrai ottenere da lei le cose che io ti indicherò.” Dopo la partenza del discepolo, il
Guru prese lui stesso la forma di una donna e arrivò nel posto previsto prima del discepolo
Quando incontrò la donna, il discepolo perse tutto il controllo di Sé stesso e divenne suo
schiavo. Il povero uomo faceva tutto quello che lei gli chiedeva. Quando i suoi desideri
furono esauriti, la donna sparì, ma non prima di aver arrossato di colpi la schiena del
discepolo.
Il discepolo tornò all’Ashram vergognandosi, ma entrò dicendo che non era successo niente.
Appena il Guru lo vide, gli domandò: “Eh, ragazzo mio, cosa c’è sulla tua schiena?” Egli
rimase perplesso, non sapendo cosa rispondere. La paura e la vergogna gli impedivano di
parlare. Il Guru allora raccontò quello che era successo, rivelando che lui stesso aveva
giocato il ruolo della donna. Così, mettendo in luce lo stato mentale del discepolo, il Guru gli
fece comprendere le sue debolezze. Gli diede le istruzioni necessarie per approfondire la sua
sadhana e lo lasciò andare.
Il Guru metterà alla prova il discepolo in mille modi. Lo bloccherà in una stanza dove vi sono
delle donne nude. Qualche volta, a causa di un minimo errore commesso dal discepolo, il
Guru gli dirà di chiedere perdono diecimila volte in un certo modo, per esempio in
ginocchio, con le braccia incrociate sul petto, con la mano destra che tiene l’orecchio
sinistro e la mano sinistra che tiene l’orecchio destro.
“Ti prego, insegnami la Conoscenza Ultima, O Maestro, se sono abbastanza competente per
essere tuo discepolo.’ Pregando così, il discepolo deve avvicinare il Guru con un’attitudine di
completa sottomissione. Il Guru, se lo accetta, gli farà attraversare numerose prove e
tribolazioni, insegnandogli tutto ciò che lui stesso sa. Finalmente, se il discepolo esce
vittorioso da tutte queste prove, il Guru gli insegnerà il Brahma Sutra, non soltanto la
materia intellettuale, ma anche l’esperienza. E’ soltanto se il discepolo si sottomette
interamente al Guru che diventerà degno di ricevere il suo insegnamento.